Stalking: i segnali da riconoscere e cosa fare

Stalking: i segnali da riconoscere e cosa fare

Le vittime di stalking negli ultimi anni sono aumentate notevolmente e sono soprattutto donne. Ecco cosa fare e come proteggersi dallo stalker

Sono più di 100 gli omicidi sulle donne commessi i in Italia dall’inizio dell’anno, di cui 82 in ambito familiare, ma crescono anche i maltrattamenti e lo stalking. L’ultimo femminicidio in ordine di tempo è quello di Giulia Cecchettin, per il quale è stato arrestato l’ex fidanzato, Filippo Turetta.

Come riporta il Ministero degli Interni, gli omicidi sono diminuiti negli ultimi anni, ma sono aumentati gli atti persecutori, considerando solo i reati denunciati. Il contesto in cui maturano le varie forme di violenza è soprattutto quello familiare o affettivo.

Questi dati ci riportano ancora una volta alla mente che si tratta di una questione culturale, di una mentalità diffusa nella società per cui serve educazione, nelle case e nelle scuole, educazione sessuale e affettiva.

Quest’anno la Giornata internazionale contro la violenza di genere, che si celebra il 25 novembre, sarà ancora più sentita, visti i fatti recenti di cronaca che hanno scosso tutta l’Italia.

Cosa si intende per stalking

Come già detto, nel nostro paese le vittime di stalking e maltrattamenti sono tantissime, soprattutto donne. Subiscono minacce, molestie, violenza fisica e sessuale e le forme più gravi sono esercitate da parenti o partner.

In particolare, si può parlare di stalking quando ci sono “una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo (stalker) che affligge un’altra persona, perseguitandola ed ingenerandole stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità” (fonte: Ministero degli esteri).

Non si deve confondere, però, con altri  illeciti penali, come ad esempio la minaccia o l’aggressione. L’elemento fondamentale è la reiterazione delle condotte persecutorie (anche solo due volte), che determinano un fondato timore per l’incolumità della persona, tanto da costringerla  a cambiare le proprie abitudini di vita.

Lo stalking è diventato ufficialmente reato a partire dal 2009 e appartiene alla categoria dei “reati contro la persona”. Il bene giuridico tutelato è la libertà personale e morale della persona.

Il D.L. n. 11/2009 ha introdotto nel nostro ordinamento il reato di atti persecutori, inserendo nel codice penale l’art. 612 bis proprio al fine di fornire una risposta più concreta nella lotta contro la violenza sulle donne.

La persona offesa ha anche la possibilità, fino al momento in cui è proposta la querela, di avanzare al questore richiesta di ammonimento nei confronti dello stalker. Inoltre, è prevista un’altra misura cautelare, ossia il divieto di avvicinamento dell’imputato ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

Art 612 bis c. p.: atti persecutori

“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura  ovvero  da  ingenerare  un  fondato  timore  per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione  affettiva  ovvero  da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.

Gli  atti persecutori sono tutti quei comportamenti invasivi della vita altrui che si concretizzano in atteggiamenti di sorveglianza, controllo e ricerca di contatto e comunicazione.


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Le condotte persecutorie si possono realizzare in diverse forme, come ad esempio ripetute telefonate, invio di lettere, biglietti, doni, e-mail, visite intrusive a casa e a lavoro, pedinamenti. I comportamenti possono diventare anche più gravi, ad esempio, far trovare animali vivi o morti, vandalizzare l’abitazione, commettere violazione di domicilio, minacciare di violenza o compiere violenza fisica.

Anche due sole condotte di molestie o minacce o lesioni, commesse in un breve arco di tempo, sono idonee a configurare lo stalking. Se viceversa la condotta si consuma in un’unica occasione o per breve momento, si potrà parlare del reato di molestie.

La pena prevista è la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi. La pena aumenta se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o comunque da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa. Inoltre, se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità, la pena aumenta fino alla  metà.

Questo tipo di reato rientra in quelli “perseguibili a querela di parte”, per cui è necessario presentare una querela.

I vari tipi di stalking

Lo stalking si può manifestare in diversi modi e luoghi. Ecco alcuni esempi.

Lo stalking psicologico familiare

Gli atti messi in essere dallo stalker, ex fidanzato, marito o familiare, ingenerano nella vittima un perdurante e grave stato di ansia o di paura. In ogni caso, determinano una destabilizzazione complessiva del suo stile di vita ordinario. Non è necessario che la vittima dimostri di essere affetta da un disturbo psicologico medicalmente accertabile.

Stalking telefonico e su social network

Il telefono è senza dubbio uno dei mezzi maggiormente utilizzati dallo stalker: telefonate, sms, Whatsapp, anche nel cuore della notte. Negli ultimi anni, poi, c’è stato un esponenziale aumento dei reati commessi attraverso il pc ed in particolare su internet e sui social network. La Corte di Cassazione, ad esempio, ha ritenuto che pubblicare continuamente post offensivi sui social network possa configurare il reato di stalking (Cass. n. 45141/2019).


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Stalking sul lavoro

Finché si configuri questo reato, le condotte poste in essere dal datore di lavoro o dal collega devono essere quelle descritte dall’art 612 bis c.p. Si può trattare di continuo e reiterato invio di e-mail e messaggi, o telefonate ripetute senza un vero motivo.

Stalking condominiale

I casi realizzati da un vicino di casa sono aumentati a tal punto da coniare l’espressione “stalking condominiale“. Si pensi, ad esempio, una persona che blocca l’ascensore per dispetto, suona continuamente il campanello, recapita messaggi o avvisi intimidatori fuori dalla porta di casa.

Come proteggersi da uno stalker

Se si pensa di avere a che fare con uno stalker, la prima cosa da fare per fermare le molestie è sporgere denuncia. È importante non sottovalutare mai il problema e intervenire quanto prima per porre fine a comportamenti persecutori e violenti. Contemporaneamente è opportuno rivolgersi a un investigatore privato per documentare minacce e comportamenti ossessivi.

Come già detto, nei confronti della vittima sono previste diverse forme di tutela, quali l’ammonimento e il divieto di avvicinamento.

L’agenzia investigativa, come Revela, raccoglie prove legalmente, con la massima riservatezza e segretezza, comprovando gli atteggiamenti che determinano lo stalking, per mezzo di foto e filmati e cercando testimonianze utili in sede giudiziale.

Un’accurata indagine investigativa, condotta da un professionista, può salvaguardare l’incolumità della vittima e a far valere i propri diritti in sede giudiziale.

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