Lo stalker è una persona ossessionata da un’altra persona, che mette in atto nei suoi confronti comportamenti persecutori, come ripetute telefonate, pedinamenti e minacce. L’intervento dell’investigatore privato è utile per risolvere il problema
Si definisce stalker chi è ossessionato da un’altra persona, tanto da passare il suo tempo a pedinarla, a telefonarle, a tempestarla di e-mail, sms e a farle regali. Ne esistono di diverse tipologie, ma vi sono alcune azioni che permettono di riconoscerlo.
Il fenomeno dello stalking può riguardare chiunque e, quindi, coinvolgere sia le donne che gli uomini. Tuttavia, si stima che l’80% delle vittime di stalking sia donna.
Significato di stalking
Per stalking si intende “una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo (stalker) che affligge un’altra persona, perseguitandola ed ingenerandole stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità” (fonte: Ministero degli esteri).
Il fenomeno è anche chiamato “sindrome del molestatore assillante”, proprio perché c’è la presenza del molestatore che perseguita la vittima. Il termine stalking deriva dall’inglese “to stalk”, che significa appostare, seguire, camminare furtivamente, e solo recentemente è stato inquadrato con un nome e una precisa collocazione in ambito psicologico e psichiatrico.
L’art. 612 bis c.p. atti persecutori
In Italia il reato di stalking è stato introdotto con il D.L. n. 11 del 23 febbraio 2009, dedicato alle misure urgenti atte a contrastare la violenza sessuale, nonché gli atti persecutori. Il 23 aprile 2009 il decreto legge è stato poi convertito nella legge n. 38, con l’art. 612 bis c.p.
“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.
La pena aumenta se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o comunque da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa. Inoltre, se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità, la pena aumenta fino alla metà.
Gli atti persecutori
Gli atti persecutori sono tutti quei comportamenti invasivi della vita altrui che si concretizzano in atteggiamenti di sorveglianza, controllo e ricerca di contatto e comunicazione.
Le condotte persecutorie si possono realizzare in diverse forme, come ad esempio ripetute telefonate, invio di lettere, biglietti, doni, e-mail, visite intrusive a casa e a lavoro, pedinamenti. I comportamenti possono diventare anche più gravi, ad esempio, far trovare animali vivi o morti, vandalizzare l’abitazione, commettere violazione di domicilio, minacciare di violenza o compiere violenza fisica.
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L’elemento fondamentale dello stalking è la reiterazione delle condotte persecutorie ( anche solo due volte), che determinano un fondato timore per l’incolumità della persona, tanto da costringerla a cambiare le proprie abitudini di vita.
La reiterazione, però, da sola non è sufficiente per parlare di reato. È necessario che queste causino un grave stato di ansia o paura nella vittima, tanto da ingenerare il fondato timore per l’incolumità della persona e da costringerla a cambiare le proprie abitudini.
Chi è lo stalker
Come già detto, lo stalker è una persona, uomo o donna, e di qualunque età che mette in atto comportamenti persecutori nei confronti di un’altra persona. Tra loro relazione affettiva o professionale e fatto parte o meno del nucleo familiare per un certo periodo di tempo.
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Nella maggior parte dei casi, lo stalker è un ex partner che non riesce ad accettare la fine della relazione e vuole cercare di riavvicinarsi alla vittima oppure vendicarsi di qualche torto subito, vero o presunto. Spesso i comportamenti aggressivi e violenti dopo la separazione erano già presenti durante la relazione di coppia.
Altre volte, invece, lo stalker è un semplice conoscente, un collega o addirittura un estraneo che cerca di costruire con la vittima un rapporto affettivo o sessuale. In quest’ultimo caso, solitamente sono persone che hanno serie difficoltà di comunicazione e interazione o persone affette da disturbi mentali.
Profilo tipico dello stalker
Recentemente la ricerca criminologica e psicopatologica si è posta l’obietto di delineare il profilo dello Stalker. Secondo gli studi della Sezione Atti persecutori del Reparto Analisi Criminologiche dei Carabinieri, gli stalker potrebbero inquadrarsi in cinque tipologie (fonte Wikipedia):
- risentito, caratterizzato da rancori per traumi affettivi ricevuti da altri a suo avviso ingiustamente (tipicamente un ex-partner di una relazione sentimentale)
- bisognoso d’affetto, desideroso di convertire a relazione sentimentale un ordinario rapporto della quotidianità
- corteggiatore incompetente, che opera stalking in genere di breve durata. È opprimente e invadente per “ignoranza” delle modalità relazionali
- respinto, rifiutato dalla vittima, caratterizzato dal voler contemporaneamente vendicarsi dell’affronto costituito dal rifiuto e insieme riprovare ad allestire una relazione con la vittima stessa
- predatore, il cui obiettivo è di natura essenzialmente sessuale, trae eccitazione dal riferire le sue mire a vittime che può rendere oggetto di caccia e possedere dopo avergli incusso paura.
Come proteggersi da uno stalker
Se si pensa di avere a che fare con uno stalker, la prima cosa da fare per fermare le molestie è sporgere denuncia. Contemporaneamente è opportuno rivolgersi a un investigatore privato per documentare minacce e comportamenti ossessivi.
Nei confronti della vittima sono previste diverse forme di tutela, quali l’ammonimento e il divieto di avvicinamento. Per poter prevenire nuovi atti persecutori, la legge infatti prevede che la persona offesa possa ricorrere, in alternativa alla querela, a una procedura di ammonimento. Quest’ultima ha come obiettivo quello di far desistere lo stalker dalle attività persecutorie.
Il divieto di avvicinamento vieta invece all’imputato di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa o di mantenere una certa distanza da detti luoghi o dalla persona offesa. L’imputato non può, inoltre, comunicare attraverso qualsiasi mezzo con i soggetti protetti dalle norme.
Indagini stalking
È importante non sottovalutare mai il problema di stalking e intervenire quanto prima per porre fine a comportamenti persecutori e violenti. In questi casi, l’intervento dell’investigatore privato può essere utile ad affiancare e ad integrare le investigazioni condotte dalle forze dell’ordine.
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L’agenzia investigativa, come Revela, raccoglie infatti prove legalmente, con la massima riservatezza e segretezza, comprovando gli atteggiamenti che determinano lo stalking, per mezzo di foto e filmati e cercando testimonianze utili in sede giudiziale.
Un’accurata indagine investigativa, condotta da un professionista, può salvaguardare l’incolumità della vittima e a far valere i propri diritti in sede giudiziale.
Lo stalking può essere punito a querela della persona offesa. Il termine per poter proporre querela è di sei mesi e inizia a decorrere dal momento in cui il reato è consumato, ovvero dal momento in cui la persona offesa altera le proprie abitudini di vita o ricade in uno stato di ansia o di paura.