Previsto dall’articolo 543 del Codice di Procedura Civile, il pignoramento stipendio rientra nei provvedimenti esecutivi di cui ci si può avvalere per recuperare un credito nei confronti di un debitore. Ci sono, però, dei limiti
Il pignoramento stipendio è uno degli strumenti che il legislatore pone a disposizione del creditore per soddisfare le proprie pretese nei confronti del debitore. Rientra nella casistica del pignoramento presso terzi, in quanto ha per oggetto beni del debitore (stipendio), che sono nella disponibilità appunto di terzi (banca, ufficio postale, datore di lavoro).
Previsto dall’articolo 543 del Codice di Procedura Civile, è tra le misure maggiormente consigliate, perché più immediata, nel caso di una procedura di recupero crediti. Affinché si possa procedere è, ovviamente, necessario disporre di un titolo esecutivo, come una sentenza di primo grado o un decreto ingiuntivo.
Pignorare lo stipendio è, dunque, possibile, ma è regolato dalla legge che mira a garantire la sostenibilità della vita del debitore.
Procedura del pignoramento stipendio
Il pignoramento stipendio prevede una serie di passaggi formali. Come già detto, il creditore deve essere in possesso di un titolo esecutivo valido per poter procedere. Serve, dunque, un atto giudiziario, una sentenza o un decreto ingiuntivo che accerti la situazione di debito nei confronti del soggetto creditore.
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L’iter parte dall’atto di pignoramento, ovvero un atto che il legale del creditore consegna all’ufficiale giudiziario del tribunale competente, e che questi notificherà al debitore e al datore di lavoro/istituto di credito, a seconda delle scelte del creditore.
Nel termine di 10 giorni, datore di lavoro o istituto di credito devono comunicare tramite PEC o raccomandata a/r l’importo dello stipendio del dipendente debitore.
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Lo stipendio può, infatti, essere pignorato in due distinti momenti. Il primo è quello antecedente al versamento dello stipendio (accredito) al dipendente. In questo caso l’atto di pignoramento dovrà essere notificato sia al debitore che al datore di lavoro, che procederà alla trattenuta e accrediterà al dipendente, alla fine del mese, la retribuzione al netto dell’importo pignorato dal creditore.
Il secondo momento è, invece, quello successivo all’accredito dello stipendio sul conto corrente. In questo caso l’atto andrà notificato all’istituto di credito (banca/posta), oltre che al debitore.
I limiti del pignoramento stipendio
La Legge di Bilancio 2020 ha introdotto alcune importanti novità. Lo stipendio, come già detto, può essere pignorato nei limiti stabiliti dalla legge che prevedono che sia assicurato il minimo vitale per condurre una vita dignitosa. Significa che vi è un limite oltre il quale il pignoramento delle somme non è consentito.
La legge stabilisce, dunque, che lo stipendio non può essere pignorato oltre il limite di 1/5. Questo calcolo deve essere effettuato sull’importo netto e non su quello lordo.
Ci sono, però, alcuni casi particolari, in cui la percentuale del pignoramento stipendio può essere diversa dal 20%. Diventa, infatti, il 30% (di prassi) nel caso in cui il pignoramento è originato da crediti di natura alimentare (ad esempio gli alimenti destinati ai figli).
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Se, invece, il creditore è l’Agenzia delle Entrate Riscossione, il pignoramento dello stipendio è soggetto ad altri limiti. Ecco come si calcola la quota pignorabile dello stipendio:
- 1/10 dello stipendio se l’importo non supera i 2.500€
- 1/7 dello stipendio se l’importo non supera i 5.000€
- 1/5 dello stipendio se l’importo è superiore ai 5.000€.
Il trattamento di fine rapporto/servizio (TFR o TFS per gli statali) è sottoposto agli stessi limiti. Per cui se un creditore pignora lo stipendio e sono versate al dipendente quote del TFR queste verranno pignorate per la stessa percentuale dello stipendio stesso.
Quando si può superare il limite?
Quando sono notificati più pignoramenti nello stesso momento si procede con il saldo del credito in maniera progressiva, vuol dire che il secondo creditore riceve quanto gli spetta solo dopo che sono stati saldati i crediti del primo.
Si può superare il limite del pignoramento stipendio oltre un quinto quando ci sono più creditori contemporaneamente sullo stesso debitore, ma solo se ci sono crediti di natura differente. Lo stipendio deve, però, essere garantito di almeno la metà.
Perché affidarsi a un’agenzia investigativa prima di avviare una procedura di pignoramento stipendio?
Affidarsi ad un’agenzia, specializzata in recupero crediti, come Revela, può contribuire a facilitare e velocizzare l’iter. Le indagini preliminari sono, infatti, importanti per capire quali potrebbero essere i beni attaccabili in possesso del debitore, o il lavoro del debitore e, di conseguenza, avviare la procedura ritenuta più opportuna e di maggior successo.