Pignoramento di stipendi e pensioni, stop fino al 15 ottobre con il Decreto Rilancio

Pignoramenti: finisce la tregua concessa dal fisco

Sospensione pignoramento di stipendi e pensioni: novità Decreto Rilancio. La proroga incide anche sul piano rateale già attuato

Con il Decreto Rilancio è stato prorogato fino al 15 ottobre il blocco del pignoramento di stipendi e pensioni. Il provvedimento è contenuto nel decreto di agosto che interviene sulla precedente norma (art. 152 del dl n. 34/2020, Decreto Rilancio) che aveva esteso il periodo di salvaguardia per i debitori fino al 31 agosto 2020.

Prosegue, dunque, il divieto di notificare cartelle di pagamento e anche di intraprendere nuove azioni esecutive o cautelari. Questo vale per la totalità dei debiti verso agenzia delle Entrate – Riscossione e per le ingiunzioni fiscali emesse dagli enti territoriali (Comuni e Regioni), anche se si tratta di debiti scaduti da tempo, ovvero provenienti da dilazioni decadute.

Le somme in oggetto ritornano, di conseguenza, nella piena disponibilità del debitore. Al termine della proroga, nel caso di pignoramento dello stipendio il datore di lavoro riprenderà a effettuare le trattenute, senza necessità di una ulteriore notifica dell’atto di pignoramento.

Nello specifico, l’articolo 152 del Decreto Rilancio stabilisce che sono sospesi gli obblighi derivanti dai pignoramenti, su pensioni e stipendi, ma anche le somme dovute a titolo di:

  • salario
  • altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego
  • quelle dovute a causa di licenziamento
  • assegni di quiescenza
  • altre indennità.

I pignoramenti presso terzi diversi da questi (ad esempio, pignoramenti dei conti bancari), se azionati prima dell’8 marzo scorso seguono il loro corso.

Pagamenti delle rate, Decreto Rilancio

La proroga del blocco dei pignoramenti incide anche sul piano rateale già attuato. In pratica, le rate vengono congelate fino al 15 ottobre 2020 e dovranno essere pagate, poi, in un’unica soluzione entro il mese successivo al termine della sospensione (novembre). Il Decreto Rilancio aveva ampliato a 10 rate non pagate la soglia di tolleranza.


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Se, dunque, il debitore dall’8 marzo al 15 ottobre aveva in corso rate mensili non pagate, a novembre riprenderà a pagarle con cadenza mensile, senza interessi o sanzioni e senza decadere dal piano di dilazione concordato. È probabile che si intervenga per consentire di proporre una nuova domanda di rateazione.

La legge di Bilancio 2020 ha, inoltre, già introdotto importanti novità sul pignoramento dello stipendio, stabilendo anche nuove quote.

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