Npl e Utp: 402 miliardi di euro totali entro il 2024

Npl e Utp: 402 miliardi di euro totali entro il 2024

Il rapporto di EY Italia ha evidenziato un considerevole aumento dello stock di Npl e Utp nel sistema bancario italiano che arriverà a 402 miliardi di euro entro il 2024

Oltre 400 miliardi di euro entro la fine del 2024: è quanto emerge dal report sul mercato degli Npe – Non Performing Exposure realizzato da EY. Un volume davvero alto di Npl e Utp che graverà sul sistema bancario ed economico italiano.

La nota società di consulenza mondiale ha evidenziato che si raggiungerà quota 369 miliardi entro la fine del 2022, per poi arrivare a 402 miliardi nei successivi due anni. Numeri allarmanti, frutto della pandemia e della recente guerra in Ucraina, che ha contribuito ad un generale innalzamento dei prezzi e dei costi dell’energia.


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Il picco era stato raggiunto nel 2015 quando il volume complessivo degli Npe aveva toccato circa 342 miliardi di euro. La forte riduzione delle Non Performing Exposures, avviata dalle banche fino al 2019, aveva successivamente portato il totale a 96 miliardi di euro a giugno 2021.

La situazione dei crediti deteriorati in Italia appariva, quindi, sostanzialmente sotto controllo. Il Covid-19 ha, però, completamente cambiato lo scenario. Le misure governative di sostegno hanno permesso di congelare e frenare il processo di deterioramento dei crediti.

Nel 2020 e nel 2021, infatti, lo stock di NPE ha proseguito la discesa, toccando i livelli minimi dal 2008. Da fine 2020 vi è stato, inoltre, un sorpasso degli Utp sulle sofferenze: a giugno 2021, 49mld di UtP e 45 mld di sofferenze.

Il Rapporto di EY sugli Npe

Come già detto, lo stock di Npe è atteso in aumento, dai 330 miliardi del 2021 ai 369 miliardi del 2022, fino ai 402 miliardi nel 2024.

Lo stock italiano rimane ancora al di sopra della media europea, con il 4,9% contro il 2,1%. Fanno meglio del nostro Paese altre nazioni importanti come il Portogallo (3,9%), la Francia (2%) e la Germania (1,1%).


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Secondo lo studio, la maggioranza dei nuovi flussi saranno Utp caratterizzati da ticket medio-piccoli (40% sotto i 2 milioni, 25% tra 150 mila e 2 milioni). Attualmente si stima che siano più di 144mila le imprese a rischio classificate Utp, 100mila sono società non finanziarie e 44mila aziende familiari.

Gli Unlikely To Pay sono un asset class difficile da gestire per le banche, dato che richiede un modello di business ad hoc. Ogni singola esposizione per le sue peculiarità necessiterebbe, infatti, di uno studio e una strategia dedicata che le banche attualmente non riescono a realizzare a causa dell’eccessiva numerosità di questa tipologia di posizioni all’interno dei proprio portafogli.

Inoltre, nelle strutture di recupero crediti delle banche non ci sono sempre le competenze specialistiche sul settore industriale in cui l’impresa in difficoltà opera. Molte di queste esposizioni richiederebbe in pratica un piano di ristrutturazione attraverso un nuovo finanziamento, che gli istituti di credito sono spesso restii ad accordare.

I crediti Utp sono crediti ancora vivi che quasi sempre nascondono dietro un imprenditore, un cantiere fermo, un’impresa che hanno solo bisogno di aiuto, in tempi brevi, per superare delle criticità.


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Gli operatori del settore, dunque, dovranno essere in grado di gestire in maniera professionale e attiva ogni singola posizione e creare partnership tra loro. Lo scopo è prima tutto “riportare in vita”, quando possibile, una posizione per evitare che diventi Npl. Per questo motivo è fondamentale un approccio più analitico, che si avvalga di informazioni aggiornate e di qualità.

Come si valutano portafogli Npl e Utp

Per avere una valutazione dei portafogli Npl e Utp ci si rivolge a società specializzate in indagini per recupero crediti, dotate di licenza investigativa, che con la Due Diligence sono in grado di dare tutte le informazioni utili alla definizione dell’effettivo rischio di insolvenza di quel credito.

Le informazioni reperibili sono svariate e differenti, a seconda del livello di profondità dell’indagine stessa, ed è possibile entrare nel dettaglio di ogni singola posizione.

Solo un’azienda specializzata, come Revela, può fornire informazioni attendibili e aggiornate, fondamentali per avere un profilo economico e patrimoniale dettagliato di tutte le posizioni e definire, così, il grado di solvibilità di ognuna.

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