NPL: le novità del disegno di legge

NPL: le novità del disegno di legge

Il DDL 1246 NPL mira ad agevolare le prospettive di recupero dei crediti in sofferenza e favorire e accelerare il ritorno in bonis del debitore ceduto. Ma quali potrebbero essere le conseguenze?

Considerato un settore tra i più critici e in continua evoluzione, gli NPL continuano ad avere un ruolo di primaria importanza nello scenario bancario.

In Italia, stando ai dati del report sul mercato degli NPE – Non Performing Exposure realizzato da EY, si stima che si arriverà a 402 miliardi di euro nel 2024. Negli ultimi anni  la situazione generale è peggiorata a causa dell’elevata inflazione, dell’aumento del costo delle bollette energetiche e a quello dei tassi di interesse, elementi che contribuiscono a rallentare la crescita economica e a gravare ulteriormente su famiglie e imprese.

Secondo lo studio, la maggioranza dei nuovi flussi saranno UTP caratterizzati da ticket medio-piccoli. Gli Unlikely To Pay sono un asset class difficile da gestire per le banche, dato che richiede un modello di business ad hoc. Ogni singola esposizione per le sue peculiarità necessiterebbe, infatti, di uno studio e una strategia dedicata che le banche attualmente non riescono a realizzare.

Il mercato secondario NPL

Lo strumento principale per monitorare e tenere sotto controllo il fenomeno dell’aumento degli NPL è sicuramente la cessione. Il ruolo ricoperto dai Servicer si è rivelato importante nel garantire la stabilità del nostro sistema bancario.

Negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescita del cosiddetto mercato secondario, che oggi rappresenta un terzo del totale del mercato di NPL. In questo modo ogni singolo Servicer riesce e gestire la tipologia di crediti per cui è specializzato. Gestire e vendere portafogli clusterizzati aumenta indubbiamente le performance.


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A conferma del trend in crescita ci sono anche i dati dell’Osservatorio Nazionale NPE Market di Credit Village. Nel primo semestre del 2022, nel segmento dei crediti deteriorati, ci sono state operazioni di mercato secondario per un controvalore di 2,5 miliardi a fronte di un totale di 16 miliardi sul mercato primario. La quota attribuibile a questa componente potrebbe arrivare a crescere fino ad un range compreso tra il 25 e il 30% del totale.

La proposta di legge sui Crediti Deteriorati

Da anni la gestione degli NPL è oggetto di attenzione da parte della normativa europea, degli istituti di credito e della BCE. E ora il Governo mira a introdurre norme che possano aiutare le famiglie e le imprese in difficoltà di posizioni creditizie deteriorate.

Lo scorso 23 giugno 2023 è stato, infatti, presentato alla Camera dei deputati il disegno di legge 1246, recante disposizioni per favorire le posizioni debitorie, classificate sia come NPL che come UTP. Il DDLè l’ultimo di una serie di progetti di legge, presentati nel corso di questa legislatura, in materia di NPL e UTP.

La proposta prevede che al “debitore ceduto” sia data la facoltà di estinguere la posizione debitoria, versando una somma pari al prezzo d’acquisto della posizione da parte della società cessionaria, maggiorata del 20%.

A beneficiarne sarebbero famiglie e piccole imprese insolventi, con debiti inferiori a 25 milioni di euro diventati NPL tra il 2015 e il 2021.

Secondo la proposta, nella comunicazione di cessione che il debitore riceve dovrebbe essere indicato il prezzo d’acquisto pagato dal cessionario. Gli è data, così, la possibilità di esercitare entro 30 giorni l’opzione, con l’impegno di estinguere la posizione pagando l’importo dovuto al cessionario entro 90 giorni.


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L’avvenuto pagamento del debito comporta l’automatica cancellazione della posizione in sofferenza del debitore segnalata nella Centrale dei rischi della Banca d’Italia.

L’obiettivo della norma è di agevolare le prospettive di recupero dei crediti in sofferenza e favorire e accelerare il ritorno in bonis del debitore ceduto.

Le conseguenze del DDL 1246

Il disegno di legge sta, però, facendo molto discutere. C‘è un rischio molto forte per l’Italia: potrebbe perdere credibilità, risultando un paese inaffidabile, su cui non investire in nessun campo a causa dell’incertezza che una legge come questa possa essere emanata in qualunque momento. Questo comporterebbe una fuga di investitori, soprattutto stranieri, che vedevano il mercato italiano degli NPL tra i più dinamici in Europa.

Inoltre, il provvedimento non aiuterebbe tutta la categoria dei debitori insolventi. Molti dei soggetti, infatti, non possono permettersi di pagare neanche l’importo fissato dalla legge. Inoltre, non tutti avrebbero accesso alla possibilità di riacquistare il proprio debito, perché la misura lo consentirebbe solo nei casi in cui il debito sia stato ceduto.

E ancora, questo rischierebbe di far aumentare la probabilità che molti debitori non paghino per avere uno “sconto”. Di conseguenza diventerebbe più rischioso concedere finanziamenti, dunque le banche presteranno di meno e a tassi più elevati, a discapito dei clienti non insolventi.

Anche per le banche questa potrebbe non essere la soluzione giusta. Gestire e recuperare crediti problematici non rientra tra le attività ordinarie degli istituti di credito, che quindi scelgono di affidare il recupero ad operatori specializzati oppure di cedere a terzi investitori. 

Il rischio è che il sistema bancario italiano si riempia nuovamente di sofferenze.

Infine, con tale provvedimento si metterebbe in crisi anche il sistema delle Gacs, cioè la garanzia statale che ha lo scopo di agevolare lo smobilizzo dei crediti deteriorati dai Bilanci delle Banche e degli intermediari finanziari che hanno sede legale in Italia. Questo comporterebbe una notevole ritorsione negativa sulle stesse casse dello Stato e, quindi, un ulteriore esborso di denaro dei contribuenti.

In sostanza, nel tentativo di risolvere un problema serio di alcuni, si rischia di far saltare l’intero sistema creditizio italiano con conseguenze pesanti per l’intera economia. La soluzione che molti propongono è di introdurre anche nel nostro sistema normativo il fallimento personale, così come è già previsto negli USA, Regno Unito, Francia, ecc.

Come si valutano portafogli NPL e UTP

Per avere una valutazione dei portafogli NPL e UTP ci si rivolge a società specializzate in indagini per recupero crediti, dotate di licenza investigativa, che con la Due Diligence sono in grado di dare tutte le informazioni utili alla definizione dell’effettivo rischio di insolvenza di quel credito.

Le informazioni reperibili sono svariate e differenti, a seconda del livello di profondità dell’indagine stessa, ed è possibile entrare nel dettaglio di ogni singola posizione.

Solo un’azienda specializzata, come Revela, può fornire informazioni attendibili e aggiornate, fondamentali per avere un profilo economico e patrimoniale dettagliato di tutte le posizioni e definire, così, il grado di solvibilità di ognuna.

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