Nuove sfide, aumenti degli stock: gli NPL stanno attraversando un momento di cambiamento, ma non è solo questo. Spesso i recuperi dei Servicer sono troppo bassi , mentre il mercato secondario cresce sempre di più. Quale sarà il motivo?
Quello degli NPL è un tema sempre molto caldo e attuale, soprattutto in questo momento, in cui l’economia mondiale è messa a dura prova dal conflitto russo-ucraino, con tutte le conseguenze gravi che ne sono derivate.
Tutto il mondo degli NPE si trova, così, a fare i conti con nuove sfide, per cui le regole ordinarie sono saltate e assumono connotazioni inedite e inaspettate. Il report sul mercato degli NPE– Non Performing Exposure realizzato da EY, stima che in Italia si arriverà a 402 miliardi di euro nel 2024. I cambiamenti quindi ci sono, ma non riguardano solo l’aumento degli stock.
Quello che emerge è che le cartolarizzazioni stanno, in alcuni casi, sotto-performando. Secondo un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore queste cartolarizzazioni stanno andando male rispetto a quanto previsto. I recuperi da parte dei Servicer, infatti, sono troppo bassi e si preferisce vendere crediti piuttosto che recuperarli.
Le banche italiane, come si legge sempre nell’articolo, dal 2015 al 2021 hanno venduto crediti deteriorati per 310 miliardi di euro, di cui 107 miliardi sono stati venduti dalle banche con l’aiuto delle Gacs.
Il mercato italiano delle NPE ha molto utilizzato il meccanismo di garanzia dello Stato, introdotto nel 2016. Ed è molto probabile che la Garanzia sulla Cartolarizzazione di Sofferenze sia rinnovata in tempi brevi. La GACS è, in pratica, una garanzia statale che ha lo scopo di agevolare lo smobilizzo degli NPL dai Bilanci delle Banche e degli intermediari finanziari che hanno sede legale in Italia.
Tornando ai Servicer, secondo quanto stimato, le operazioni fatte prima del 2018 stanno andando male: 18 cartolarizzazioni di NPL garantite dallo Stato su 30 censite da Banca Ifis hanno incassi decisamente inferiori alle previsioni.
Il Mercato secondario NPL
Si sta, così, sta assistendo ad una crescita del cosiddetto mercato secondario, che oggi rappresenta un terzo del totale del mercato di NPL. In questo modo ogni singolo Servicer riesce e gestire la tipologia di crediti per cui è specializzato. Gestire e vendere portafogli clusterizzati aumenta indubbiamente le performance.
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A conferma del trend in crescita ci sono anche i dati dell’Osservatorio Nazionale NPE Market di Credit Village. Nel primo semestre del 2022, nel segmento dei crediti deteriorati, ci sono state operazioni di mercato secondario per un controvalore di 2,5 miliardi a fronte di un totale di 16 miliardi sul mercato primario. La quota attribuibile a questa componente potrebbe arrivare a crescere fino ad un range compreso tra il 25 e il 30% del totale.
Perché i conti non tornano?
Sappiamo che l’analisi e la valutazione di un portafoglio di crediti si fa tenendo conto del giudizio circa la recuperabilità di ogni singola posizione creditizia che lo compone e la stima del suo valore attuale atteso. I portafogli sono solitamente composti da un gran numero di posizioni e, spesso, le informazioni disponibili sono parziali, non aggiornate e difficili da gestire.
Solitamente sono analizzate singolarmente solo le posizioni più importanti, mentre la altre sono esaminate in maniera aggregata sulla base di criteri definiti su carta, ma che difficilmente tengono conto delle caratteristiche specifiche del portafoglio e della qualità dei dati.
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Il rischio di incorrere in errori è, quindi, molto elevato. Molte posizioni ritenute da una prima analisi negative potrebbero, invece, non esserlo realmente. Ogni posizione presenta peculiarità che solo un’analisi critica della documentazione disponibile consente di far emergere.
Un approccio massivo e basato sull’applicazione di mere procedure non consente di avere una visione completa e adeguata.
È scontato che, quindi, quanto più dettagliata e puntuale è la valutazione, più precisa sarà la stima di quello che si può recuperare. Ecco perché la qualità e, soprattutto, l’aggiornamento di queste informazioni su un campione di crediti significativo sono elementi decisivi.
La valutazione dei portafogli NPL
Nel processo di Due Diligence il grado di conoscenza del debitore (profilo economico, finanziario, patrimoniale) e di ogni informazione utile a definire la sua solvibilità è elemento fondamentale per determinare, con maggior grado di certezza, la percentuale di recupero. Questo permette una più precisa clusterizzazione del portafoglio e la definizione delle possibili strategie di recupero da adottare.
Per questo è importante rivolgersi a società specializzate in indagini per recupero crediti, dotate di licenza investigativa, come Revela.
Le informazioni reperibili sono svariate e differenti, a seconda del livello di profondità dell’indagine stessa. È possibile entrare nel dettaglio di ogni singola posizione partendo dai dati anagrafici e di reperibilità (residenza/domicilio), fino al rintraccio dell’attività lavorativa e al rintraccio di conti correnti bancari/postali. Oppure è possibile fare un’Indagine Patrimoniale, che contiene diverse informazioni utili. Lo stesso vale anche per un’azienda.
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Gli elementi determinanti sono sia la qualità delle informazioni, sia la riduzione tempi di lavorazione su un campione di crediti significativo per poter assegnare con maggiore precisione il valore del portafoglio NPL in esame.
Solo un’agenzia specializzata può fornire informazioni attendibili e soprattutto aggiornate, fondamentali per avere un profilo economico e patrimoniale dettagliato di tutte le posizioni e definire, così, il grado di solvibilità di ognuna.
Avere dati precisi e veritieri è senza dubbio fondamentale, però se questi non sono aggiornati c’è davvero il rischio di avere un significativo calo nel recupero!