Npl: la BCE boccia la proposta di legge dell’Italia

Npl: la BCE boccia la proposta di legge dell’Italia

Esponenti della BCE hanno espresso preoccupazione sulla proposta di legge dell’Italia in merito agli Npl, che potrebbe incidere sulla recuperabilità e creare ritardi nei procedimenti

Le proposte del Governo italiano sulla gestione degli Npl “potrebbero compromettere l’effettiva risoluzione dei crediti deteriorati”. Elizabeth McCaul, membro del Consiglio di Vigilanza della BCE, e Korbinian Ibel, Director General of Universal & Diversified Institutions presso la BCE, hanno espresso preoccupazione in merito al disegno di legge 1246 presentato alla Camera dei Deputati.

“Siamo profondamente preoccupati per le misure che potrebbero creare ritardi indebiti nei procedimenti legali e incidere sulla recuperabilità e sul valore dei beni – hanno scritto in post sul blog della Vigilanza BCE – Continueremo ad opporci strenuamente e pubblicamente a qualsiasi iniziativa che possa minare il successo attuale”.

Si dovrebbe, invece, prevenire l’accumulo degli Npl, nonché ridurli, per consentire alle banche di sostenere le esigenze di credito delle famiglie e delle piccole e medie imprese, contribuendo al funzionamento regolare dell’economia.

I crediti deteriorati possono, infatti, influire in modo rilevante sulla stabilità finanziaria italiana. Inoltre, pesano sulle finanze delle banche, rendendole meno capaci di erogare nuovo credito all’economia. Pertanto, gli esperti di vigilanza della BCE tengono sotto attenta osservazione il livello degli Npl detenuti dagli enti e verificano che questi gestiscano adeguatamente la rischiosità dei propri crediti.

Attualmente in Italia il totale degli Npl bancari è nettamente superiore ad altri paesi europei. Secondo le parole della Banca d’Italia, “a dicembre scorso i crediti deteriorati delle banche italiane ammontavano 349 miliardi di euro al lordo delle svalutazioni già contabilizzate”.

La proposta di legge sugli Npl

Il disegno di legge 1246, a firma del Ministro delle Imprese Adolfo Urso, cerca di andare incontro a famiglie e imprese in difficoltà che non riescono ad adempiere ai propri obblighi finanziari a causa dell’aumento dei tassi di interesse e dell’inflazione.

La proposta prevede che al “debitore ceduto” sia data la facoltà di estinguere la posizione debitoria, versando una somma pari al prezzo d’acquisto della posizione da parte della società cessionaria, maggiorata del 20%.

Questo intervento mira a facilitare il recupero dei crediti in sofferenza e a favorire il ritorno in bonis del debitore. L’avvenuto pagamento del debito comporterebbe l’automatica cancellazione della posizione in sofferenza del debitore segnalata nella Centrale dei rischi della Banca d’Italia.

In sostanza, secondo il Ddl, la società acquirente dovrebbe comunicare al debitore il prezzo pagato per l’acquisizione del credito e offrire la possibilità di estinguere la sua posizione entro 30 giorni, pagando la somma nei 90 giorni previsti dal testo per saldare la posizione.

A beneficiarne sarebbero famiglie e piccole imprese insolventi, con debiti inferiori a 25 milioni di euro diventati NPL tra il 2015 e il 2021.

Gli aspetti negativi della proposta

Come già detto, il timore degli esponenti della BCE è che alcune proposte legislative del governo italiano possano creare ritardi indebiti nei procedimenti legali e incidere sulla recuperabilità e sul valore dei beni.

Anche UNIREC (Unione Nazionale Imprese a Tutela del Credito) ha espresso preoccupazione per questa proposta e per le conseguenze negative che potrebbero esserci sull’economia. Uno degli aspetti critici, per esempio, è che il disegno di legge possa creare forti discriminazioni tra tipologie differenti di debitori.

Un altro effetto negativo è che i Fondi di investimento non investiranno più sul Paese Italia, che così facendo promuove interventi legislativi che modificano le carte in tavolo. Di conseguenza verrebbe meno l’attrattività e la credibilità nei confronti di un paese considerato inaffidabile.


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Per non parlare dell’impatto negativo su Amco, la società di asset management che fa capo al Ministero dell’Economia e delle Finanze e che ha circa 40 miliardi di asset in gestione.

Anche per quanto riguarda la questione della cancellazione automatica dalla centrale rischi di Banca d’Italia ci sono dei dubbi. Questa, infatti, azzerando la storia del debitore, impedirebbe una corretta valutazione del merito creditizio del soggetto.

Un altro aspetto da considerare sui debitori è che si considerano solo quelli già “ceduti”  e non le posizioni ancora non oggetto di cessione. Inoltre, non tutti i debitori hanno la capacità finanziaria di pagare un prezzo maggiorato del 20% nei 90 giorni previsti dal testo. Il sistema, poi, potrebbe indurre i debitori a non onorare i propri impegni, al fine di pagare meno quando questo è ceduto.

Infine, l’attività del servicer diventerebbe del tutto inutile, quando invece ha la funzione di rendere possibile la valutazione a 360 gradi della posizione del debitore e delle sue difficoltà.

Le possibili soluzioni

Quello degli Npl è un problema strutturale dell’economia italiana, impossibile da risolvere in tempi brevi. Il governo italiano dovrebbe, quindi, adottare misure per ridurre il livello degli Npl in modo graduale e sostenibile.

Tra queste ci sono il rafforzamento della supervisione bancaria per prevenire la formazione di nuovi crediti deteriorati e la promozione di un mercato efficiente per gli Npl. Dovrebbe, inoltre, sostenere famiglie e imprese in difficoltà, in un altro modo, senza proroghe e sconti.

Il legislatore comunitario afferma che occorre favorire gli investimenti sul mercato secondario ed al tempo stesso prestare massima attenzione ai consumatori. È molto importante l’intervento di un servicer specializzato e autorizzato, in grado di valutare la concreta situazione economica del debitore e trovare soluzioni sostenibili, sia per i debitori che per i creditori.

L’adozione di queste misure contribuirebbe certamente a migliorare la stabilità finanziaria italiana e a sostenere la crescita economica in maniera duratura.

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