Secondo il Market Watch Banca Ifis per quest’anno e per il 2022 ci sarà un accrescimento di NPL nei bilanci bancari. Il segmento imprese avrà l’aumento più sensibile
È atteso per i prossimi mesi, ma anche per il 2022, un considerevole aumento di NPL. Si stima, infatti, un accrescimento di stock dei crediti deteriorati lordi nei bilanci bancari, +19 mld € nel 2021 e +20 mld € nel 2022 (Fonte: Market Watch Banca Ifis).
Nel 2020 si registravano 38 mld € di cessioni NPL e 9 mld € di transazioni UTP. Quest’anno il volume di cessioni potrebbe raggiungere i 40 mld € per i portafogli NPL e di 12 mld € per le transazioni UTP. Nel 2022 si prevede che le cessioni mantengano un analogo livello.
Le stime attuali indicano, quindi, un rilevante incremento del deteriorato nei bilanci bancari, con un tasso di deterioramento in crescita al 2,6% nel 2021 e al 3% nel 2022, comunque lontano dai massimi del 2013. Nel 2020 il tasso di deterioramento era rimasto invariato grazie gli interventi pubblici.
Gli interventi di sostegno attivati dal Governo, il piano Next Generation EU, la durata della pandemia e il piano vaccinale saranno variabili determinanti nell’evoluzione dello scenario.
Npl, la situazione delle imprese
La componente imprese guiderà l’accrescimento del default dei crediti. Il tasso di deterioramento dei crediti del segmento Imprese avrà, infatti, un aumento più sensibile (+330/370 punti base) rispetto alla clientela Famiglie (+60/90 punti base). Il settore delle costruzioni è quello che mostra il livello più elevato di prestiti in sofferenza.
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Ad incidere negativamente sono anche le nuove norme più restrittive introdotte ad inizio anno in materia di NPL dall’Unione Europea. In particolare sulla ridefinizione di “default” e “calendar provisionig”.
I principali cambiamenti introdotti in materia di Default prevedono che le banche definiscano automaticamente come inadempiente il cliente che presenta un arretrato da oltre 90 giorni, il cui importo risulti:
- per i privati e piccole medie imprese (con fatturato inferiore a 5 milioni di euro ed esposizione inferiore a 1 milione di euro), superiore ai 100€ e superiore all’1% del totale delle esposizioni
- per le imprese, superiore ai 500€ e superiore all’1% del totale delle esposizioni.
Superati i 90 giorni, quindi, il debitore entra in stato di default e la banca può avviare azioni di tutela dei propri crediti. Non è poi consentita la compensazione degli importi scaduti con altre linee di credito non utilizzate dallo stesso debitore.
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Queste norme rischiano di determinare la classificazione a default di un numero ingentissimo di imprese. Perderebbero, dunque, l’accesso al credito, con quello che ne consegue in termini di prospettive di ripresa.
Lo scenario
Le previsioni sono state fatte tenendo in considerazione diverse variabili, come l’effetto della pandemia Covid-19, eventuali Lockdown soft e una ripresa parziale del commercio mondiale, nonché la proroga di interventi di sostegno.
Ovviamente ci sono fattori che potrebbero influire negativamente sullo scenario. Parliamo dei rallentamenti nella diffusione dei vaccini, il livello di fiducia di imprese e famiglie e l’evoluzione della domanda globale.
In un contesto peggiorativo il tasso di deterioramento 2021 potrebbe salire al 3,2% e 3,6% nel 2022, comunque a un livello più basso rispetto al picco 2013. Il tasso di decadimento 2021 aumenterebbe, così, al 51%, mantenendosi a livello analogo nel 2022.
Nello scenario attuale una variabile importante è legata alla politica di bilancio e all’utilizzo dei fondi europei disponibili (oltre 200 Mld € complessivi) nell’ambito del programma Next Generation EU.
La diminuzione del volume d’affari post pandemia e il peggioramento dello stato di salute economico di molte imprese saranno, quindi, determinanti nella riclassificazione di parte dei crediti. Nei prossimi mesi sarà, dunque, importante riuscire a trovare una soluzione riesca a risollevare le sorti delle imprese. Dall’altro lato, invece, permettere alle banche di continuare a concedere credito, senza gravare sui propri bilanci interni e portafogli NPL e UTP.
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