Insolvenze aziendali: +4% nonostante il Codice della Crisi di Impresa

Insolvenze aziendali: +4% nonostante il Codice della Crisi di impresa

Nonostante l’entrata in vigore, a luglio 2022, del nuovo Codice della Crisi d’Impresa, le insolvenze aziendali sono ancora in crescita nel primo trimestre

Nonostante l’entrata in vigore, a luglio 2022, del nuovo Codice della Crisi d’Impresa, le insolvenze aziendali sono ancora in crescita. Secondo i dati venuti fuori dallo studio dell’Osservatorio Cherry Sea, realizzato dalla startup fintech Cherry srl, sono infatti aumentate del 4% nei primi tre mesi del 2023.

L’obiettivo di evitare il “fallimento” delle aziende non sembra dunque essersi ancora verificato. Il nuovo Codice della crisi d’Impresa e dell’Insolvenza riscrive tutta la disciplina delle procedure concorsuali e dell’insolvenza appunto, sostituendosi al regio decreto n. 267 del 16 marzo 1942 e alla disciplina sulla composizione della crisi da sovraindebitamento (legge n. 3/2012).

Tra le novità introdotte c’è la considerazione della crisi come un fenomeno fisiologico della vita dell’impresa. Si elimina, così, ogni riferimento al termine ‘‘fallimento’’, sostituito dall’espressione “liquidazione giudiziale”, e con esso ogni connotazione di discredito personale e morale dell’imprenditore insolvente.

La riforma è stata, dunque, pensata e sviluppata dal legislatore nell’ottica di favorire una diagnosi tempestiva della crisi di impresa per la salvaguardia della continuità aziendale.

I dati dello studio

L’analisi si concentra sull’entrata in vigore del nuovo Codice, per questo non si parla più di “Fallimento”, ma di “Liquidazione Giudiziale”. Il report mostra che nel periodo da gennaio a marzo 2023, sommando fallimenti e liquidazioni giudiziali, il numero complessivo di nuove procedure aperte è aumentato del 4% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Si è arrivati a 1.072 pratiche sopravvenute, di cui 218 fallimenti (– 78% sullo stesso periodo del 2022) e 854 liquidazioni giudiziali. Come si può vedere, al momento coesistono ancora le procedure fallimentari e le nuove liquidazioni giudiziali.

Guardando ai singoli tribunali presi in esame, risulta che, sempre rispetto al primo trimestre del 2022, quello di Padova ha avuto un aumento del 168% nell’apertura di nuovi procedimenti (sia fallimenti che liquidazioni giudiziali), seguito da Treviso (+78%), Brescia (+46%) e Busto Arsizio (+44%). Al contrario, i tribunali con una riduzione maggiore di carichi risultano essere Verona (-53%), Firenze (-45%) e Genova (-42%).


Ti potrebbe interessare: Rischio finanziario aziendale: cos’è e come prevenirlo

In valori assoluti, invece, Roma si conferma primo tribunale per complessivi procedimenti aperti da inizio anno (215), seguito da Milano (188), Catania e Torino (entrambi 66). In coda, invece, Genova (18), Cagliari (20) e Verona (22).

Per quanto riguarda, infine, i procedimenti definiti, il primo tribunale in Italia rimane Milano, la cui sezione fallimentare ha portato a termine, da inizio anno, 322 pratiche, leggermente in calo rispetto ai numeri del 2022 (375). Seguono i tribunali di Roma con 192 pratiche evase (+53% rispetto allo stesso periodo del 2022 che ne contava 125) e quelli di Bergamo e Monza con 89 (che segnano rispettivamente un -25% in relazione alle 119 del 2022 ed un +39% sulle 64 dello scorso anno).

I numeri del primo trimestre 2023 evidenziano, in sostanza, che l’obiettivo di evitare il più possibile l’eventuale liquidazione del patrimonio dell’imprenditore insolvente non è stato ancora raggiunto.

Insolvenze aziendali, le previsioni

Secondo le stime di Allianz Trade le insolvenze globali cresceranno del 21% nel 2023 e di un ulteriore 4% nel 2024. La pressione prolungata sulla redditività, la riduzione delle riserve di liquidità e le condizioni finanziarie più restrittive stanno, infatti, mettendo a dura prova la resilienza delle imprese più fragili. 

Il tutto, poi, accompagnato da un contesto macroeconomico caratterizzato da un’inflazione elevata e un sostegno governativo meno significativo rispetto agli anni della pandemia.

L’aumento più significativo di insolvenze nel 2023 si registrerà negli Stati Uniti (+49%), a causa delle condizioni di credito più restrittive e del previsto forte rallentamento economico. La Cina, invece, dovrebbe registrare un aumento moderato (+4%).

Per quanto riguarda l’Europa, nel 2023 ci si aspettano 59.000 insolvenze in Francia (+41% sul 2022), 28.500 nel Regno Unito (+16%), 17.800 in Germania (+22%) e 8.900 in Italia (+24%).


Ti potrebbe interessare: Rischio di credito: cos’è e come valutarlo

I settori più a rischio sono l’edilizia, il commercio al dettaglio (prodotti tessili ed elettrodomestici ) e alcuni servizi come la ristorazione.

Non è previsto, dunque, un ritorno al livello pre-pandemia entro il 2024 probabilmente perché, nonostante tutto, si sta registrando una maggiore propensione a utilizzare procedure stragiudiziali per raggiungere accordi con i debitori, in modo da garantire una maggiore continuità alle aziende in difficoltà.

Per concludere, secondo le stime della multinazionale, per stabilizzare il livello di insolvenze aziendali, l’Eurozona e gli Stati Uniti, nel periodo 2023-2024, avrebbero bisogno di una crescita supplementare del PIL rispettivamente di 1,3 e 1,5 punti.

La situazione in Italia

In Italia, come già visto, è in atto un aumento delle insolvenze aziendali rispetto al 2022. La ripresa dopo il lockdown e le varie misure di sostegno statale avevano contenuto il numero di insolvenze in tutti i settori, da -9% (anno su anno) per agricoltura e alberghi/ristoranti, a oltre -20% nella maggior parte dei settori.


Ti potrebbe interessare: Aziende italiane: rischio default per crisi energetica

L’attuale contesto economico, però, ha fatto risalire le insolvenze aziendali. Dopo aver registrato 7.164 casi nel 2022,  il conteggio annuale più basso dal 2008, si prevede una crescita del 24% rispetto nel 2023, toccando quota 8.900 casi, per poi raggiungere i 9.800 casi nel 2024 (+10% rispetto al 2023).

Tuttavia, non è previsto un ritorno al livello pre-pandemia, poiché si sta comunque registrando una maggiore propensione a utilizzare procedure stragiudiziali per raggiungere accordi con i debitori, in modo da garantire una maggiore continuità alle aziende in difficoltà.

PROMO PLAFOND RICARICABILE

CON L'ADESIONE HAI ACCESSO IMMEDIATO A TUTTI I PRODOTTI OTTENENDO FINO A 200€* IN OMAGGIO Ideale per le piccole e medie aziende, per gli studi legali e i liberi professionisti *il bonus si attiva automaticamente su RICARICHE di plafond superiori a 300€
Vai all'offerta
×