Infedeltà coniugale: come si fa a provare un tradimento?

Infedeltà coniugale: come si fa a provare un tradimento?

Per infedeltà coniugale si intende il tradimento all’interno di coppie sposate. Per provarlo c’è bisogno di prove certe utili in sede di giudizio. Ecco come fare

Per infedeltà coniugale si intende il tradimento all’interno di coppie sposate, quindi del marito o della moglie. Ciò significa che, giuridicamente parlando, tale situazione non è disciplinata dalla legge per quanto riguarda le unioni civili o i conviventi di fatto. Con il matrimonio, infatti, si sottoscrive un accordo di esclusività emotiva, sessuale o finanziaria all’interno di una relazione.

L’art 143 del c.c. stabilisce: “Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione…”

I giudici della Suprema Corte di Cassazione hanno, inoltre, affermato che per potere parlare di infedeltà coniugale non è necessaria l’effettiva consumazione di un rapporto fisico, ma la violazione del dovere di fedeltà si concretizza anche per le relazioni sentimentali e per le relazioni “virtuali” che si sviluppano su piattaforme come Facebook o altri social network.

Questo perché bisogna tutelare la reputazione del coniuge da pettegolezzi che ledono l’immagine della persona. I fatti sono, poi, considerati più gravi quando la vittima è mortificata o quando provocano danni dal punto di vista psicologico e morale.

Le conseguenze legali dell’infedeltà coniugale

Il tradimento rappresenta una inadempienza contrattuale, in quanto la fedeltà è un dovere civilistico. In caso di tradimento non sono, quindi, previste sanzioni penali.

L’infedeltà coniugale determina prima di ogni altra cosa la possibilità, per il coniuge tradito, di chiedere la separazione e il successivo divorzio. Nel caso in cui marito e moglie non si dovessero accordare, si renderà necessario instaurare una causa.


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Da un punto di vista giuridico, l’unica conseguenza per il coniuge infedele è la separazione con addebito, ovvero l’imputazione di responsabilità. Il giudice, infatti, può dichiarare che la colpa è del soggetto inadempiente.

Il soggetto considerato responsabile della fine del matrimonio perde alcuni diritti, ovvero l’assegno di mantenimento e i diritti successori.

Addebito della separazione e assegno di mantenimento

A disciplinare le conseguenze dell’addebito è l’art. 156 del c.c., che stabilisce il diritto all’assegno di mantenimento. Dopo la separazione il coniuge con il reddito più basso può chiedere l’assegno di mantenimento per sé. In caso di addebito, però, questo non gli spetta. Ovviamente stiamo parlando dell’assegno da versare al coniuge e non di quello che la legge impone di versare per i figli.

In ogni caso, se le condizioni sono davvero disperate, può chiedere gli alimenti, un importo utile solo per sopravvivere, quindi ben diverso dal mantenimento che dovrebbe assicurare lo stesso tenore di vita tenuto nel matrimonio.

Perdita dei diritti successori

Per quanto riguarda, invece, la perdita dei diritti successori, se uno dei coniugi muore, l’altro diventa un erede legittimo. Tale diritto si perde se viene imputata la colpa della fine del matrimonio, anche se in ogni caso si perde con il divorzio. 

Va detto, comunque, che è altamente improbabile che una persona possa morire nel lasso di tempo che intercorre tra la separazione e il divorzio, ovvero 6 mesi in caso di separazione consensuale o 1 anni se giudiziale.

In alcuni casi, inoltre, è possibile chiedere il risarcimento danni. Generalmente si riconosce ogni qualvolta il tradimento ha comportato una compromissione dello stato di salute dell’altro coniuge. È stato, per esempio, riconosciuto il risarcimento danni al coniuge caduto in depressione a seguito dei numerosi tradimenti messi in atto dal proprio partner.

Un altro motivo per cui è possibile richiedere il risarcimento danni è quando si provoca una lesione della reputazione della persona, come nel caso di un marito diffamato dalla propria moglie.

Come si fa a provare l’infedeltà coniugale?

Dinanzi al Giudice le sole dichiarazioni o i sospetti non possono provare un tradimento, ma c’è bisogno di prove certe. Non è, però, indispensabile la prova del rapporto sessuale, ma è sufficiente che il comportamento abbia leso l’onore e la dignità del partner.

Bisogna poi precisare che se il matrimonio dovesse essere finito per altri motivi, anteriori al tradimento, l’infedeltà diventa una conseguenza e non la causa della separazione, non comportando nessuna responsabilità per uno dei coniugi.


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È importante sapere che per recuperare del materiale probatorio, non si devono superare particolari limiti, perché si rischia di violare la privacy altrui. Lasciare un registratore acceso a casa, per esempio, non è legittimo, come sottrarre con violenza il cellulare del partner per ottenere prove di un tradimento.

Il modo migliore per raccogliere indizi rilevanti e dimostrare l’infedeltà coniugale è sempre quello di rivolgersi ad un investigatore privato autorizzato.

Attraverso le indagini è possibile accertare l’identità della persona coinvolta nell’infedeltà coniugale e documentare i fatti. Per arrivare alla verità, il detective utilizza metodi e tecniche tradizionali come foto, video, sopralluoghi, appostamenti e controlli, supportato da una strumentazione all’avanguardia.

Le investigazioni per infedeltà coniugale acquisiscono una certa rilevanza in sede di giudizio. Le prove oggettive scoperte sono raccolte e organizzate così da fornire al cliente una relazione dettagliata che potrà essere utilizzata in sede giudiziaria per un eventuale contenzioso di separazione o divorzio, determinante ai fini dell’addebito e dell’assegno di mantenimento.

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