L’assunzione nella propria azienda di una nuova figura professionale è un investimento rilevante. Per non avere brutte sorprese è importante richiedere un’Indagine preassunzionale
In questo periodo difficile per il mondo del lavoro, le aziende, in particolare quelle più grandi, preferiscono verificare la veridicità delle informazioni dei candidati, attraverso l’Indagine preassunzionale. Dare un’idea di sé diversa dalla realtà o gonfiare un curriculum può, quindi, diventare davvero controproducente.
L’assunzione nella propria azienda di una nuova figura professionale, impiegato o dirigente, è un investimento rilevante. Pertanto una scelta sbagliata potrebbe avere, con il passare del tempo, pesanti ripercussioni economico-finanziarie, nonché reputazionali per l’azienda stessa.
Per questo motivo verificare l’attendibilità di un curriculum, le competenze e la vita privata di un candidato, diventa sempre più importante per determinarne l’affidabilità, soprattutto se questo dovrà rivestire un ruolo rilevante all’interno della struttura.
Cosa sono le Indagini preassunzionali
Le Indagini preassunzionali sono verifiche ad ampio spettro che si concretizzano in un dossier approfondito e indagini mirate, oltre alla verifica del curriculum vitae.
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Sono, dunque, molto importanti per il datore di lavoro, in quanto gli forniscono una serie di dati utili a valutare l’onestà, l’affidabilità e le competenze dichiarate dal candidato selezionato e , quindi, fare una valutazione complessiva.
I controlli sono effettuati a vari livelli: è presa in esame non solo la sfera professionale, ma anche quella personale.
Come si effettua un’ Indagine preassunzionale
Il titolare di un’azienda può rivolgersi ad un’agenzia di investigazioni come Revela per commissionargli tutte le indagini necessarie prima dell’assunzione. I controlli necessari sono effettuati nel rispetto delle normative vigenti.
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A garantire i lavoratori in questo senso c’è l’articolo 8 della Legge n. 300 del 20 maggio 1970 (ultimo aggiornamento D.Lgs. 24 settembre 2016, n. 185). Nello specifico si legge: “È fatto divieto al datore di lavoro, ai fini dell’assunzione, come nel corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell’attitudine professionale del lavoratore”.