L’accettazione tacita eredità è uno dei modi in cui un soggetto può diventare erede del de cuius. Scopri le differenze con l’accettazione espressa e presunta
L’accettazione tacita eredità è uno dei modi in cui un soggetto può diventare erede del de cuius, ovvero della persona deceduta. Assumendo tale ruolo, si subentra nella titolarità dell’asse ereditario e dei rapporti ad esso inerenti.
In ambito di successione ereditaria è fondamentale comprendere le modalità con cui si può accettare o rinunciare all’eredità, le implicazioni giuridiche e le scadenze da rispettare. Il diritto ereditario, o successorio, è infatti un complesso di norme che regola le vicende riguardanti il patrimonio di una persona fisica per il periodo successivo alla sua morte. Chiunque sia chiamato all’eredità ha il diritto di accettare o rinunciare, secondo la propria volontà.
Cos’è l’accettazione dell’eredità
L’accettazione dell’eredità è l’atto giuridico con cui un chiamato diventa formalmente erede. Nel dettaglio, con questo termine si indica “un negozio attraverso il quale un soggetto chiamato acquisisce il diritto all’eredità, con effetto decorrente dal giorno dell’apertura della successione” (articoli 470 e seguenti del codice civile).
La successione ereditaria può essere:
- successione legittima, quando è assente il testamento. In questo caso l’eredità è devoluta secondo le regole previste dal codice civile.
- successione testamentaria, quando i beneficiari sono individuati dal de cuius in forza di un testamento (olografo, pubblico, segreto o speciale). Tuttavia, devono essere rispettate le quote di eredità legittima degli eredi necessari (coniuge, discendenti, ascendenti).
Il codice civile, all’art. 470, disciplina le varie fattispecie dell’accettazione dell’eredità. Esistono due forme principali di accettazione:
- accettazione pura e semplice, in cui il patrimonio dell’erede e quello del de cuius si mescolano tra loro, con la conseguenza che l’erede risponderà dei debiti della persona defunta anche con il proprio patrimonio. A sua volta si divide poi in espressa, tacita o presunta
- accettazione con beneficio d’inventario in cui, invece, i due patrimoni vengono tenuti separati e l’erede risponderà dei debiti del de cuius solamente entro i limiti di valore dell’asse ereditario, con esclusione del patrimonio personale.
Differenze tra accettazione tacita eredità, espressa e presunta
Come già detto, esistono diverse modalità con cui un chiamato può manifestare la volontà di accettare un’eredità, ognuna con specifiche implicazioni giuridiche.
Accettazione espressa
L’accettazione espressa avviene mediante una dichiarazione formale scritta (atto pubblico o scrittura privata), redatta davanti a un notaio o a un cancelliere del tribunale, con cui si dichiara espressamente di accettare l’eredità. È la forma più chiara e documentata di accettazione.
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Accettazione tacita eredità
L’accettazione tacita dell’eredità è un istituto giuridico di grande rilevanza pratica, disciplinato dall’articolo 476 del codice civile. Si verifica quando l’erede compie un atto che presuppone in modo inequivocabile la volontà di accettare l’eredità, senza una dichiarazione formale. Esempi tipici sono:
- la vendita di un bene ereditario
- il pagamento di un debito del de cuius con fondi dell’eredità
- la presentazione della dichiarazione di successione
- la richiesta di voltura catastale di immobili ereditari.
Accettando tacitamente, l’erede subentra nella posizione giuridica del defunto, acquisendone sia i beni che gli eventuali debiti, rispondendo con il proprio patrimonio personale. Questo implica una responsabilità patrimoniale potenzialmente ampia, motivo per cui è fondamentale valutare con attenzione ogni azione compiuta dopo l’apertura della successione ereditaria, sia essa legittima o testamentaria.
Accettazione presunta
In alcuni casi, la legge può presumere l’accettazione dell’eredità, anche in assenza di un comportamento esplicito o implicito. Questo accade ad esempio se l’erede lascia decorrere i termini senza rinunciare, oppure se prende possesso dei beni in modo continuativo.
La rinuncia all’eredità
L’erede può anche non accettare l’eredità lasciatagli dal del cuius. La rinuncia all’eredità è, infatti, l’atto con cui il chiamato dichiara di non accettare l’eredità. È un diritto che si esercita con espressa dichiarazione scritta di fronte ad un notaio o presso la cancelleria del tribunale. Si tratta di un negozio giuridico “puro”, che non può essere assoggettato a termini e condizioni, e infatti si definisce un actus legitimus.
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Con questo termine si indicano quegli atti giuridici che, per loro natura, non ammettono condizioni o termini. In altre parole, si tratta di atti rigidamente regolati dalla legge, che devono essere compiuti in una forma e in un contenuto predeterminati, senza possibilità di modificarne l’efficacia con clausole sospensive o risolutive.
Prescrizione accettazione eredità
La legge italiana (articolo 480 del codice civile), stabilisce un termine di prescrizione per l’accettazione dell’eredità: 10 anni dalla data di apertura della successione. Decorso tale termine senza che l’erede abbia accettato o rinunciato, perde il diritto di acquisire l’eredità. Tuttavia, il termine può essere interrotto o sospeso in presenza di determinate circostanze, come nel caso di minori o persone incapaci.
Scaduti i dieci anni, la quota del chiamato va agli altri eredi. Qualora nessuno degli eredi chiamati all’eredità abbia accettato la stessa e, nel frattempo, si sia integrato il termine di prescrizione decennale, l’eredità verrà considerata “vacante” e, in assenza di eredi, i beni verranno interamente devoluti allo Stato.
Nel caso di accettazione eredità con beneficio di inventario, se il chiamato all’eredità è in possesso dei beni ereditari, l’inventario, cioè la separazione dei beni che derivano dall’eredità da quelli che erano già di proprietà dell’erede, dovrà essere effettuato entro il termine di tre mesi dalla morte del de cuius. L’accettazione dell’eredità deve essere fatta, in questo caso, entro i quaranta giorni successivi.
Conoscere le diverse forme di accettazione dell’eredità è essenziale per tutti coloro che si trovano coinvolti in una successione ereditaria. Valutare con attenzione gli atti compiuti dopo la morte del de cuius è, infatti, fondamentale per evitare implicazioni giuridiche non volute.
Come rintracciare gli eredi
Può capitare spesso che gli eredi non siano rintracciabili facilmente o celermente. In Italia, inoltre, non esiste una norma o una figura professionale pubblica che ha come compito quello del rintraccio eredi del defunto.
Ci si può così rivolgere a società, come Revela, che offre un servizio di rintraccio eredi, evitando tempi lunghi della ricerca. In questo modo si possono verificare i dati del decesso, identificare anagraficamente i soggetti trovati, con residenza e domicilio, e verificare l’accettazione e la rinuncia all’eredità.